BOSTON MARRIAGE

Una commedia di donne. Una commedia d’amore. Una commedia d’altri tempi.

di David Mamet

traduzione Masolino D’Amico

con Valeria Barreca, Eva Martucci, Carolina Migli Bateson

regia Gabriele Tesauri

scene e luci Vincenzo Bonaffini
musiche Alfredo de Vincentiis – Dva Studio
costumi Graziella Trecordi Vintage – A spasso con Rita
Make up Rita Orsini
organizzazione Carlotta Ghizzoni

una produzione di NoveTeatro
con il sostegno del Comune di Novellara (RE)

L’espressione “Boston Marriage” che dà il titolo all’opera indica l’amicizia (non priva di risvolti romantici) tra due donne, che sfocia nella convivenza. Protagoniste della pièce sono Anna e Claire, borghesi impegnate nel trovare nuovi (e nuove) amanti, e Catherine, cameriera goffa e sfortunata. Le tre sono al centro di una fitta serie di equivoci, errori e tradimenti, che si ingarbugliano intorno ad una collana di smeraldi. Fra le tre si scatena una crisi che mette a repentaglio i loro piani per il futuro: il lieto fine non è scontato.

NOTE DI REGIA

Una Commedia di donne: la parola “ironia” si declina al femminile, per non sbagliare.
Una Commedia d’amore: dove tutto è lecito, niente può essere quel che sembra.
Una Commedia d’altri tempi: spesso il passato si presenta come un futuro a noi prossimo.

L’aspetto più affascinante della scrittura di David Mamet è il realismo inatteso: questo autore riesce a sorprendere attraverso deviazioni improvvise di situazioni quotidiane. Come nel caso di Boston Marriage: quella che sembra una normale visita tra signore borghesi di un’america di fine ottocento si trasforma in una delle più sofisticate commedie sulla femminilità della drammaturgia contemporanea. Non a caso questo testo nasce per la volontà di Mamet di rispondere a chi lo accusava di non saper scrivere di e per le donne.
In Boston Marriage non c’è stato d’animo femminile che non venga sezionato e teatralmente amplificato, gli uomini non appaiono, ma vengono solo citati come strumentali: si tratta di un’immersione nella psicologia femminile che s’ingorga in un continuo dialogo tra le tre protagoniste fino a divenire una tempesta di parole trattenute continuamente tra segno e sostanza, tra  forma e respiro. Questa è la sfida che ci propone Mamet: lasciarci avvolgere da questo vento impetuoso, con l’eterna illusione di saperlo domare, ma anche con la piacevole consapevolezza di seguirne la deriva.

(Gabriele Tesauri)

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