CRISI – La pratica è perfetta

Una commedia sarcastica e compulsiva che racconta la crisi di una generazione in lotta con i fantasmi della propria mente: spesso non c’è nulla di più tragicamente comico di voler mettere ordine al proprio caos interiore.

di Stefano Pesce

con  Stefano Pesce e Leonardo Bianconi
regia Gabriele Tesauri

scene Donatello Galloni
costumi Daria Lo Sapio
luci Vincenzo Bonaffini
fonica Emil Savazzi

organizzazione Carlotta Ghizzoni
assistente di produzione Giulia Guerzoni
fotografie Manuela Pellegrini
comunicazione Elena Guidetti

NOTE DI REGIA

CRISI – LA PRATICA È PERFETTA è il frutto di un lavoro collettivo portato avanti con Stefano Pesce e Diego Ribon che punta al divertimento e alla commedia come scelta stilistica.

I due protagonisti – Opp(ortunità) e Ost(acolo) – sono clown contemporanei reinventati all’interno di un futuro improbabile ma molto concreto. Una sorta di universo parallelo ‘popolato’ da strani macchinari e oggetti futuribili che sono in realtà le più classiche postazioni pc di un ufficio o gli oggetti di uso comune. Lo stesso testo è estremamente concreto e attuale, tanto che il dialogo tra i due rimanda spesso a tematiche e problemi legati alla quotidianità e alla conduzione della vita famigliare.

Questa trasposizione futuribile e improbabile, il loro dar voce a due anime opposte della stessa persona, il loro essere clown surreali e contemporaneamente fin troppo realistici ricostruisce un mondo poetico che saprà far ridere e sorridere di ogni piccola grande nostra crisi quotidiana.    (Gabriele Tesauri)

NOTE DELL’AUTORE

Questo non è solo il debutto nazionale di uno spettacolo, ma anche il mio personale esordio come autore: CRISI – LA PRATICA È PERFETTA nasce infatti dal mio primo testo. Dopo tanti anni come attore televisivo ho sentito la necessità di ritornare alla mia formazione teatrale: ho respirato la realtà che mi circondava, cercando una creatività terrigna, mi sono isolato per riflettere su quanto osservato ed ecco che le parole hanno trovato un loro flusso e dato origine ad un monologo.

Un monologo che ha avuto una sua storia: è diventato inizialmente un racconto e oggi si è evoluto in uno spettacolo con due attori in scena. In un primo momento io stesso ho narrato le vicende del protagonista, una persona della mia età in crisi con il lavoro, terrorizzato da un possibile trasferimento, intrappolato tra la sensazione di paura e la voglia di andare avanti. Un contrasto interiore, un arrovellarsi che lascia l’ufficio ed entra tra le mura domestiche, diventando così un problema che esplode in famiglia.

Oggi, nello spettacolo CRISI – LA PRATICA È PERFETTA, queste due anime in contrasto si sono personificate e dialogano fra loro. L’incontro con il regista Gabriele Tesauri e il lavoro svolto insieme sulla drammaturgia, ha portato dunque allo sdoppiamento del protagonista proprio per enfatizzare quanto una crisi possa essere contemporaneamente, e a propria scelta, un ostacolo e un’opportunità: chi la coglie si rinnova, cambia, procede, chi non la coglie in qualche modo implode. In questo senso i due protagonisti in scena, uno alter ego dell’altro, danno voce all’anima propensa al cambiamento e a quella profondamente contraria. Il tutto condito da una spiccata vena ironica: lungi dal voler fornire soluzioni, i due personaggi sono due clown contemporanei, due soggetti tra il buffo e l’assurdo che propongono un mondo comico ma estremamente poetico.         (Stefano Pesce)

RECENSIONI

Ai loro dialoghi serrati si alternano gag divertenti e situazioni surreali […] sono clown contemporanei, come li definisce lo stesso autore, che in un’ambientazione imprecisata, a tratti inquietante […] avanzano per tentativi, mettendo in atto miseri sotterfugi, gesti grotteschi, cercando spiragli di libertà, momenti di respiro, vagliando soluzioni possibili, rischiando di compiere azioni di cui si potrebbero pentire per poi tornare sui propri passi: un po’ come facciamo tutti. Infatti, il pubblico, che riempie la sala piccola del teatro, ride e si lascia coinvolgere, per poi premiare attori e regista con un lungo applauso finale. (Giulia Foschi – Repubblica.it Bologna – 18 maggio 2017)

Diverte e insieme offre occasione di riflettere sulle crisi esistenziali che colpiscono ognuno di noi davanti ai cambiamenti […] Tutte le vicende sono narrate in modo clownesco e iperbolico con uso di oggetti strani, fuori contesto, giocosi, a rappresentare ostacoli tutti immaginari, interiori che frenano la piena realizzazione di OST e di tutti gli uomini e le donne come lui. […] Bravi gli attori, capaci di rendere credibili le più strampalate trovate comiche e a dare solidità a personaggi simbolici usando gli strumenti basici dell’arte dell’attore: il volto, la postura, una camminata. Spettacolo adatto anche ai più piccoli e utile a tutti noi adulti alle prese, ogni giorno, con scelte che potrebbero cambiarci la vita solo accettando il rischio dell’ignoto. (Simona Sagone – Radio Città Fujiko – 17 maggio 2017)

Immaginiamo, perciò, che cosa accadrebbe se da un lato desiderassimo il cambiamento e dall’altro fossimo prigionieri delle nostre abitudini? Si passerebbe dall’OPP(ortunità) all’OST(acolo), così come i nomi dei protagonisti di Crisi – La pratica è perfetta, una commedia ironica e per alcuni tratti delirante che mostra come a fermare la nostra crescita siamo proprio noi stessi. […] Lo scenario surreale con macchine da lavoro futuriste e oggetti abnormi dimostrano come la via d’uscita dalle angosce e preoccupazioni quotidiane sia l’ironia […] Il testo e la messa in scena divertono per le deliranti combinazioni e i buffi intermezzi, ma i temi – a partire dal titolo – toccano tematiche contingenti: le pressioni lavorative, eventuali trasferimenti, le insonnie comuni, le cattive abitudini di terminare oltre l’orario del turno e di portarsi il lavoro anche a casa. […] Stefano Pesce e Diego Ribon ironizzano su questi comportamenti consueti e il loro approccio invita alla riflessione su quanto la crisi sia generata dalla mancanza di porre un freno, di svincolarsi da questo “doppio legame” che induce alla frustrazione e al sentirsi prigionieri di un circolo senza fine. […] La crisi serve proprio a risvegliarsi dal torpore, a rendersi consapevoli dell’acqua in cui nuotiamo, come i pesci nella famosa storiella This is water di David Foster Wallace. (Daniela Camarda – Teatro.it – 22 maggio 2017)

Lo spettacolo incarna, infatti, un testo ricco di citazioni e di rielaborazioni prestandosi a più livelli di comprensione e interpretazione, a seconda di quanto lo spettatore vuole andare in profondità. Ed è proprio questa la struttura portante e la qualità che caratterizza CRISI – La pratica è perfetta, il fatto che il testo sia inafferrabile; si torna a casa con l’impressione che c’era ancora tanto da cogliere, tantissimo da afferrare: è un testo che ti mette davanti al tuo limite di spettatore, ma non in senso negativo, perché ti lascia la voglia e la necessità di rifletterci su ancora e ancora. Gli attori Stefano Pesce e Diego Ribon, dalla solida ed evidente formazione teatrale, quella davvero di qualità, si confrontano con varie sfumature, alternando fluidamente il registro drammatico e quello comico […] Il testo, scritto da Stefano Pesce, la sua prima firma in veste di autore teatrale, è filosofico e di concetto: ti sfida, ti sorprende continuamente grazie a una regia viva e movimentata e a due attori “sempre sul pezzo” […] Pesce e Ribon sono una coppia artistica riuscita […] a teatro la loro empatia nello spalleggiarsi può raggiungere il suo picco, è un gioco di squadra percepibile il loro, creano in scena un’armonia rara e la regia di Gabriele Tesauri coglie in pieno questa potenzialità e la sfrutta fino in fondo con una messa in scena fresca, dinamica, amara e frizzante, che ci sorprende continuamente fino alla fine. La scena di Donatello Galloni è inusuale, vi è la ricerca di una scenografia che sia al tempo stesso ridotta ma d’impatto, che si distingua […] Una prima nazionale esplosiva proprio nella città di Stefano Pesce per uno spettacolo pieno zeppo di spunti su cui riflettere e dai quali farsi portare sempre più lontano, nel tentativo di uscire ognuno di noi come può dalla sua crisi personale, lavorativa e sentimentale, e da quella sociale collettiva. (Laura Girotti – Gufetto Magazine – 25 maggio 2017)

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