Di essere un popolo libero nella nostra terra

Parole, suoni, oggetti per la Giornata della Memoria

uno spettacolo di
Domenico Ammendola

con
Lorenzo Baldini, Carolina Migli Bateson

Coro degli Amici di Reggio Children “Aurora Giovannini”

direttore e pianista
Luigi Pagliarini

Di essere un popolo libero (4)

È possibile dimenticare l’Olocausto? Sembra di no, se si guarda alla mole di testimonianze a cui oggi possiamo accedere. Eppure le parole dei sopravvissuti allo sterminio degli Ebrei rischiano costantemente di diventare discorsi vuoti, destino inevitabile di ogni traccia immateriale del passato.

Come dunque tenere vivo il ricordo? Nel produrre uno spettacolo per la Giornata della Memoria, abbiamo deciso di partire da quanto di più concreto ci è rimasto, ovvero gli oggetti della Shoah. Sulla scena parlano le cose comuni usate da vittime e carnefici; si evocano storia e uso del filo spinato, delle scarpe, del cucchiaio; si trova un significato profondo ad utensili oggi comunissimi.  Da queste prove concrete di una tragedia, si arriva alle testimonianze artistiche di chi quel periodo lo ha vissuto: le parole (quelle famose di Primo Levi e di Bertolt Brecht, quelle tutte da scoprire di altri deportati) e la musica, scelta nell’immenso mondo sonoro dell’Olocausto: un patrimonio di canti trascritti fugacemente, di brani sadicamente impiegati dai nazisti nei Lager, di suoni ora dolorosi ora struggenti, specchio di quel mare di uomini e di sentimenti che è la Shoah.

Domenico Ammendola e Luigi Pagliarini