IL VENTO IN FACCIA

Lo spettacolo che porta in scena il libro del correggese Lorenzo Favella.

di Lorenzo Favella

con Filippo Bedeschi, Eva Martucci, Fabrizio Careddu, Carolina Migli Bateson, Domenico Ammendola, Matteo Alì, Jeane Santos Dias, Alessandro Calabrò, Valeria Barreca, Milo Spaggiari, Elisabetta Bonini

regia Gabriele Tesauri

scenografia Francesca Tagliavini
costumi Marzia Vezzani
luci e fonica Emil Savazzi
video Blackforge

Lo spettacolo porta in scena il libro del correggese Lorenzo Favella. Ambientato tra il 1969 e il 1976, Il vento in faccia è il diario di bordo del “bimbo”, un ragazzo di provincia che al principio ha 19 anni e una sola idea in testa: farsi crescere i capelli e suonare la chitarra nel suo gruppo beat. Le vie del destino lo porteranno ad abbandonare il suo piccolo Eden incantato della provincia reggiana per raggiungere Milano, abbracciando un’avventura decisamente più grande di lui. Tra turni in fabbrica e scoperta dell’eros, lampi di vita, amore e violenza, infiltrato prima, fiancheggiatore poi, fuggiasco infine, all’alba dei cosiddetti anni di piombo.

NOTE DELL’AUTORE
Quando Gabriele mi ha chiamato, il luglio scorso, per chiedermi il via libera all’adattamento teatrale del Vento In Faccia, pensavo che fosse solo un’idea sulla carta, di quelle che solletichi col pensiero, ma che non sai mai se verranno realizzate. E invece… Rientro in nave dalla Grecia, il quattro di settembre, dopo un mese passato a pedalare in bici, tra i fantasmi della Maga Circe e di Penelope, quando ricevo un messaggio. “Passi di qui? Siamo in scena il 30 settembre”. Non ci potevo credere. “E certo che passo”. Giusto in tempo per assistere alla prima lettura congiunta degli attori.
Ed è lì che ho sentito quel certo brividino. Quella cosetta che ti sfiora la schiena, ti spinge ad allargare le spalle, gonfiare i polmoni, aprire la mente e sentire che… porca puttana, ma qui può venire fuori una bella cosa!
Già la sera precedente, leggendo la prima stesura del copione, ero rimasto colpito positivamente da come Gabriele aveva impostato il lavoro. Ma quando le parole si materializzano in voci… ecco che parte tutta quella magia che uno scrittore rincorre, spesso invano, dovendosi accontentare dell’inchiostro su carta. E invece no. A sto giro no. “Vuoi partecipare?” Sì… E chi se la faceva scappare un’occasione così? Poter stare a stretto contatto con gli attori, rompergli infinitamente le palle, perché pronunciassero quella battuta così o colà, o magari scoprire da loro nuove interpretazioni cui non avevo pensato. E poi togliere scene, aggiungerne altre, cucire nuovi vestiti ai personaggi, modificare alcuni passaggi della storia, addirittura il finale. Con Gabriele che supervisionava il tutto, con invenzioni di regia per nulla scontate, ma che corrispondevano a quello spirito indomito del romanzo, dove comico e tragico si confondono, sorprendono, perché così è la vita ed è così che a me piace raccontare le storie. E qui concludo. Con un grazie, un grazie enorme a tutti quelli che mi hanno fatto questo grande regalo, nel contribuire a dare vita sulla scena ai personaggi che mi hanno accompagnato in quegli anni di scrittura solitaria alle prese col romanzo. Non avete idea del regalo che mi avete fatto. Meglio dell’orgasmo di Natasha. Perché lei recita. Mentre il mio, come minimo, si replica per tre sere.

Lorenzo Favella
30 settembre 2016

NOTE DI REGIA
Anche se il nostro maggio                               E se nei vostri quartieri
ha fatto a meno del vostro coraggio              tutto è rimasto come ieri,
se la paura di guardare                                    senza le barricate
vi ha fatto chinare il mento                             senza feriti, senza granate,
se il fuoco ha risparmiato                                se avete preso per buone
le vostre Millecento                                          le “verità” della televisione
anche se voi vi credete assolti                        anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti.                                   siete lo stesso coinvolti.

E se vi siete detti                                               E se credete ora
non sta succedendo niente,                            che tutto sia come prima
le fabbriche riapriranno,                                 perché avete votato ancora
arresteranno qualche studente                      la sicurezza, la disciplina,
convinti che fosse un gioco                            convinti di allontanare
a cui avremmo giocato poco                          la paura di cambiare
provate pure a credevi assolti                        verremo ancora alle vostre porte
siete lo stesso coinvolti.                                  e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti

Anche se avete chiuso                                      siete per sempre coinvolti
le vostre porte sul nostro muso                     per quanto voi vi crediate assolti
la notte che le pantere                                     siete per sempre coinvolti.
ci mordevano il sedere
lasciamoci in buonafede
massacrare sui marciapiedi                                        Canzone del maggio
anche se ora ve ne fregate,                                          Fabrizio De Andrè
voi quella notte voi c’eravate.

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